martedì 29 marzo 2011

L'urbanizzazione

LA CITTA'

La forma territoriale tipica della società industriale è la città. Ciò non significa, ovviamente, che solo nelle città sia avvenuta l'industrializzazione, o che esse abbia portato con sè l'abbandono completo della vita rurale. Significa però che nella città i rapporti sociali tipici del mondo industrializzato trovano la loro espressione più
pura e completa. Le città esistono da svariati millenni. I primi centri urbani degni di portare tale nome sorsero infatti circa 5.000 anni prima di Cristo in Medio Oriente, in quell'area del pianete che viene chiamata "mezzaluna fertile" (Mesopotamia-Egitto), quando ai cacciatori si erano sostituiti i coltivatori. La loro diffusione andò di pari passo con la nascita delle prime forme di potere centralizzato. La città è sempre stata il simbolo dell'esistenza di un potere statale centrale a cui i singoli individui e le comunità locali devono sottomettersi. Poi, ogni cultura e ogni nazione ha avuto le sue città, in cui di norma si è sempre concentrato il potere politico, economico e religioso.


Mezzaluna fertile

Urbanizzazione e società industriale

Nelle diverse epoche e nelle diverse culture, la città ha mantenuto alcune caratteristiche costanti che la rendono riconoscibile ovunque. UNA CITTA' E' UN'AREA GEOGRAFICA A ELEVATA DENSITA' ABITATIVA, IN CUI SI CONCENTRA PER UN PERIODO DI TEMPO DURATURO UNA POPOLAZIONE VASTA ED ETEROGENEA.
Il solo numero di abitanti non è un criterio sufficiente per affermare che un agglomerato di persone costituisce una città. Alle fine del Medioevo Roma era arrivata a contare non più di 14.000 anime, ma sicuramente anche allora possedeva caratteri urbani più forti di qualsiasi odierna cittadina di provincia.
La società industriale ha trovato in questa forma di convivenza uno strumento molto utile alle proprie caratteristiche distintive, e ne ha quindi fatto un fenomeno sociale universalmente diffuso. Tutte le società industriali moderne sono caratterizzate da alti livelli di urbanizzazione, ossia di un'altra percentuale di popolazione residente in centri urbani di dimensioni significative.

La sociologia urbana

Quel settore della nostra disciplina che si occupa dei fenomeni sociali legati alla città caratteristici della vita metropolitana si chiama "sociologia urbana".
Geor Simmel e altri osservatori misero in luce la caratteristica peculiare dello spazio urbano: poichè si è continuamente sottoposti a un "bombordamento" di stimoli ottici, visivi, psichici ecc.. e si è costantemente chiamati all'interazione con altri individui, si elabora una sorta di difesa basata sulla selezione degli stimoli e sul contenimento delle proprie reazioni emotive più forti e immediate. La città è, per Simmel, un'unica grande forma di razionalizzazione della vita umana: si risparmiano tempo ed energie, si produce di più, si riesce a far convivere un numero più elevato di persone ecc.. E' un fattore potentissimo di evoluzione sociale.
La città è il luogo cosmopolita per eccellenza, il luogo in in cui si incontrano continuamente persone "diverse" da sè. Ciò che contraddistingue la comunitò locale è l'omogeneità della cultura dei suoi membri, la società urbana è caratterizzata da una forte eterogeneità: operai e borghesi, religiosi e atei ecc.. convivono gomito a gomito e hanno l'occasione di sperimentare l'esitenza di culture, visioni del mondo ecc.. diverse dalle  proprie.

La sociologia rurale

Per moltissimo tempo alla sociologia urbana si è contrapposta la sociologia rurale, cioè quel settore delle scienze sociali che si è occupato della cultura dominante nei paesi e nelle campagne, delle composizione e delle trasformazioni della classe sociale dei contadini ecc... Oggi la sociologia rurale sta perdendo la sua importanza, poichè, quasi ovunque, sta venendo meno la radicale contrapposizione tra vita urbana e vita contadina e tutti gli stili di vita si stanno avvicinando a quelli di matrice urbana, diffusisi ormai universalmente grazie al fenomeno della GLOBALIZZAZIONE.


Georg Simmel: L'UOMO METROPOLITANO

L' "atteggiamento ultaristico", cioè l'atteggiamento di chi nei propri comportamenti persegue costantemente una razionalità riespetto allo scopo, è per Simmel il carattere distintivo dell'uomo metropolitano (si fa una scelta sui mezzi più opportuni per raggiungere un certo scopo che ci si è posti).    


Il tipo d'uomo metropolitano, che naturalmente esiste in migliaia di varianti individuali, sviluppa un organo che lo protegge dal clima minaccioso che gli sta intorno e che lo sradicherebbe (ragisce con l'intelletto invece che col cuore). La vita metropolitana presuppone una consapevolezza eccezionale e la predominanza dell'intelletto nell'individuo. 

La metropoli è sempre stata la sede dell'economia mometaria, in essa la molteplicità è la concentrazione degli scambi economici conferiscono ai mezzi di scambio stessi un'importanza che i limiti del commercio rurale non avrebbe potuto permettere. Qualsiasi rapporto affettivo tra persone è fondato sulla loro individualità, mentre nei rapporti razionali l'uomo è considerato come un numero, come un elemento di per sè indifferente. Ciò che interessa è solo il rendimento oggettivo misurabile; così l'indivuduo metropolitano contratta con i mercanti e i clienti, con i suoi dipendenti privati e spesso persino con le persone con cui è obbligato ad avere un rapporto sociale.



Le condizioni della vita metropolitana sono insieme causa ed effetto di questa caratteristica: le relazioni e gli affari dell'individuo metropolitano tipico sono generalmente così complessi e vari che senza la più rigida puntualità nelle promesse e nei servizi, l'intera struttura rovinerebbe in un caos indicibile. Questa necessità è causata dall'agglomerazione di un numero di individui tanto ingente, e con interessi tanto diversi, che essi devono integrare le loro relazioni e le loro attività in un organismo altamente complesso.

COMUNITA' E SOCIETA'

Le comunità locali

Esse sono unità sociali spazialmente delimitate e facilmente riconoscibili: il quartiere, il paese, la città, la regione e, a volte, anche la nazione sono porzioni di società identificate appunto dalla loro collocazione spaziale in un luogo circoscritto.
Le comunità locali sono a volte caratterizzate da legami sociali forti; in un piccolo paese si sviluppano di solito relazioni più intense che nel contesto di una grande città. Un quartiere, però, potrebbe anche costituire una comunità molto coesa oppure potrebbe anche funzionare come un dormitorio per persone che svolgono la loro vita altrove. In ogni caso, l'appartenenza a una comunità locale è il più delle volte fonte di indentificazione sociale per gli individui.

Dal villaggio alle metropoli

     
L'importanza delle comunità nella nostra società non è sempre stata costante. Negli ultimi decenni però la situazione è cambiata.

SOCIETA' PREINDUSTRIALE:  legami sociali molto forti e condensati in un'area geografica ristretta.
La vita sociale si svolgeva soprattutto nei villaggi rurali e negli stessi centri urbani, che consistevano in piccole cittadine abitate da poche decine di migliaia di persone. No era frequente intrattenere rapporti con persone lontane e il proprio ambiente di relazioni sociali coincideva qausi completamente col territorio di appartenenza. La comunità culturale era caratterizzata da una forte omogeneità culturale.


L'industrializzazione ha significato la rottura di questa preminenza del fattore territoriale nella costruzione dei legami sociali.
La nascita della società industriale ha portato alla sostituzione del borgo tradizionale, come principale unità territoriale della società, con la grande città, in cui masse di popolazione senza legami sociali profondi convivono in spazi molto stretti, creando un sistema di relazioni basate non più sulla conoscenza personale, ma sull'uguaglianza di ruoli e regole impersonali. I legami sociali non sono più determinati dal territorio, ma dalle organizzazioni sociali di appartenenza.